L’autonomia parte da lontano , nel 1974 Teresa Bellese vuol continuare a seguire i pazienti nel suo piccolo paese nel Veneto… Chiese alla Fiat una straordinaria modifica per quei tempi con acceleratore a sinistra e una frizione manuale … una donna determinata ed oggi quella forza è diventata esempio, testimonianza .
Due donne … Teresa e come Gabriella … due vite uniche … amore per la Dignità e Autonomia.
Ci sono rivoluzioni silenziose che non inchiostrano gli stampi di giornali, lotte apparentemente trasparenti che
contribuiscono a cambiare il pensiero e la Cultura di un paese. La nostra ostinazione ha cercato segni in un passato perché crediamo in questa rivoluzione, crediamo in un cambiamento che nessuno ha saputo cogliere.
Affermare un diritto, affermare una esistenza anche se condizionata da un evento invalidante non è semplice o scontato.
Teresa per noi non è solo una Donna ma un vento forte che ha spazzato via pregiudizi. La sua 126 ali per alimentare un volo che ha permesso l’affermazione di una libertà, quella di riuscire a dimostrare che la differenza non la fanno gambe ferme ma persone straordinarie.. come noi.
BELLESE TERESA
“Nata nel 1920, da giovane ha collaborato con associazioni della parrocchia.
E’ stata impegnata per alcuni anni come assistente sociale, fino a quando il suo titolo di studio non era più sufficiente per svolgere questo tipo di lavoro, in quanto sarebbe poi servito un diploma universitario.
Il suo lavoro si svolgeva in parte in ufficio a ricevere le persone che si rivolgevano per aiuti di vario tipo; in parte a far visita a famiglie bisognose che venivano segnalate.
Su tutto quello che faceva, lei e le sue colleghe, dovevano presentare una relazione e discutere con i superiori i casi da risolvere.
Per potersi recare dalle famiglie segnalate doveva camminare parecchio in un territorio con strade sconnesse e in campagna. Allora ha pensato di acquistare una bicicletta; però, anche con la bicicletta per lei era difficoltoso perché, per un problema a un ginocchio che si portava fin da bambina, non riusciva a fare tutto il giro con i pedali, ed è così che un giorno è caduta in una strada di sassi, aggravando il suo problema.
Ha dovuto subire un intervento che le ha immobilizzato il ginocchio.
Ha lavorato a Marghera e a Venezia per la POA (Pontificia Opera Assistenza).
A Venezia è stata per un periodo anche direttrice in una casa, dove erano ospitate ragazze provenienti da famiglie con problemi. Alla fine ha lavorato per un patronato per pratiche pensionistiche.
Per raccogliere le richieste si recava ogni giorno in un paese diverso. Nei paesi dove prestava la sua attività, le fermate degli autobus erano in luoghi aperti, esposti quindi alle intemperie, e così spesso si ammalava.
Ha sempre svolto il suo lavoro con impegno, tenendosi sempre aggiornata e cercando di aiutare il prossimo.
All’età di cinquantaquattro anni avendo saputo che avrebbe potuto guidare un’automobile, apportandole delle apposite modifiche, ha deciso di conseguire la patente di guida.
Non è stato semplice perché dovendo imparare a guidare la sua auto modificata, i titolari della scuola guida si sono rifiutati di impartirle le lezioni pratiche di guida (essendo l’auto priva dei doppi comandi).
Una persona, per la quale si era adoperata nel corso del suo lavoro, si è offerta di aiutarla, ed è riuscita con la sua tenacia a conseguire la patente. Finalmente poteva muoversi più facilmente per le sue necessità.
Anche da pensionata ha continuato per anni il suo compito, come volontariato, dato che il servizio era stato soppresso.
A volte sembrava troppo esigente, ma era una persona con un grande senso della giustizia.
E’ stata un punto di riferimento per la famiglia (fratelli e nipoti). Aveva il coraggio di prendere delle decisioni. Ha aiutato persone in difficoltà senza sbandierarlo ai quattro venti.
All’età di novantatré anni si è spenta la sua vita laboriosa.
Se fosse qui, sarebbe sicuramente contenta di vedere la sua “macchinetta” esposta nella Vostra associazione.”
Roberta (nipote di Teresa)